Prefazione

Prefazione di Lia Bronzi

L’artista Alfredo Lucifero, poeta, narratore e scultore ormai affermato, possiede in sé la singolare prerogativa di attirare l’interesse nei fruitori sia per le tematiche esistenziali tratta-te, che per l’inesausta ricerca del senso della vita, da sempre presente nelle sue opere, il tutto caratterizzato da una ben dosata capacità espressiva dalla quale fuoriesce uno stile stretto e sintetico che ne rafforza la comunicazione. Il raccontare elegante, talora drammatico, altre volte ironi-co si presta bene al recitato, come si è potuto apprezzare quest’estate alla Versiliana di Pietrasanta, quando l’eccel-lente attore Andrea Buscemi, con la sua compagnia ha sce-neggiato e recitato alcune opere del maestro, riscuotendo un grande successo. Questa nuova raccolta, dal titolo “Luce nel nulla”, conte-nente poesie brevi e lunghe, ci rimanda l’immagine di un artista che sfugge ad ogni omologazione, in quanto costitu-isce una bachelardiana réverie, nel senso di una meditazione-contemplazione del mondo e del nostro essere in esso, che si forma e si crea nell’atto stesso in cui il poeta lo compone, mentre un ritmo narrativo lento va a costituire un testo po-etico di sosta, di arrivo, o di ritorno da situazioni di abisso o di gioia, nel tempo e nello spazio. In tal senso nel mantrico titolo “Luce nel nulla”, il poeta si avvia verso la parte più oscura dell’ “arché”, quella origi-naria che vive e respira nella luce secondo l’oscurità della notte, nella quale sorge il sole per poi spegnersi, come la vita dell’uomo. Diradare le tenebre è dunque il senso del cammino umano, colto nel suo principio, nel divenire veloce, nel chiudere il cerchio della stessa vita. La raccolta si apre con la lirica “Esistenza” nella quale, l’ eterno “Ulisse per sempre” Alfredo Lucifero, appunto, passa dall’esperienza alla storia in divenire perpetuo, fino a giungere ad una conoscenza riflessa sull’universo, come vera dialessi eterna, oltre la quale permane solo l’iter legittimo del molteplice, poiché l’Assoluto resta “Inconoscibile” per sempre. Nella lirica “Il grano” l’immaginazione e la sua implicita li-bertà, ipotizzano un volo di angeliche creature che “scendono dalle nuvole I e mietono i raccolti”. Ma quasi per un’ ossimorica posizione di straniamento, la raccolta va a tracciare il proprio favoloso cammino, poiché la vita è: “Mistero della vita / mistero della morte / mistero del tempo / mistero di come / siamo e cosa siamo / e perché ….. ” (“Mistero”), dove solo vita e morte, sono certezze, anche se non ne conosciamo il senso.

Perfino l’amore non è più perché: ”Non sei più/ la lenta carezza del vento …. Il silenzio ti ha preso la voce . .” (“Mutazioni”). Ma seppur valorizzato da una ricerca conoscitiva, l’atteggiamento del poeta non è euristico, poiché stenta a riconoscere la propria posizione dialettica e discorsiva che rappresenta metaforicamente nella propria firma Alfredo, appunto, come scrive nella lirica “Sconosciuto”. Ma anche il giudizio sugli uomini è negativo, poiché essi sono simili a Dei pagani, uccidono e stuprano le donne, mentre le stesse non sono più custodi della famiglia e del focolare. In tal senso l’incalzare del progresso è corruzione e sfaldamento dell’umana famiglia, poiché non si riesce più a convivere pacificamente, in quanto si perde l’essere stanziale, come fanno gli uccelli. Un discorso a parte merita la lirica “Un padre” che si sno-da per immagini e visioni provenienti da un tempo lontano, ma pur sempre di vita vera, vissuta con sofferenza, poiché il padre del poeta morì in guerra, in Albania, lasciando i figli e la moglie.

ACCOMPAGNARE

Ogni persona
è sola con se stessa
o contro di sè
con la paura oscura dei misteri
cerca disperatamente
una compagnia
che la possa accompagnare
sulla strada degli angeli
o del nulla.

DIO

Dio è la morte
Dio è la vita.

ESISTENZA

Nessuno ha creato l’universo
esso esiste
è sempre esistito
è forse Dio?

FELICITA’

La felicità esiste o non esiste
subito svanisce.
Un’emozione
stringe il cuore
fa pensare all’infinito
alla dolcezza della vita
all’irresistibile pensiero
della morte e del nulla.

Nei film vecchi
una strana esibizione di felicità
di attori da tempo morti.

Tornano indietro
e sono felici
ora che sono morti.
Tutto sembra passare
dentro il tempo
ma ancora vivo per essi
che vivono sempre felici e ridenti.

È viva solo la loro morte
ora che non ci sono più.
Sono felici ora
oppure quando sono stati girati
i film che li rappresentano,
sono felici
ora o prima
noi che li vediamo
sono felici ora
o erano felici allora?

Luce nel nulla

 Editore           Editoriale G.Mondadori
Uscita   2018